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Economia circolare:
futuro o miraggio?

Economia circolare, sostenibilità

Economia circolare:
futuro o miraggio?

Nell’economia attuale la scelta preferita dai cittadini è quella di un commercio lineare fondato sul tipico schema di estrarre, produrre, utilizzare e gettare.
Un equilibrio che si basa su una fruizione monouso delle risorse, riponendo tutte le sue speranze nella perenne disponibilità di grandi quantità di materiali ed energia facilmente reperibili a basso prezzo; speranze che certamente non riflettono una realtà dove la popolazione mondiale è in continua crescita, e con lei anche la domanda di tali risorse evidentemente non infinite.

Il sistema verticale

Questo sistema verticale è organizzato in modo tale da far ricadere tutto il suo peso solo su alcuni dei paesi europei, rendendoli fonte principale di approvvigionamento per altri stati che di conseguenza dipendono dai primi.

Il sistema lineare ci racconta con accuratezza l’attitudine umana: è un sistema piramidale che sfrutta completamente le risorse del territorio per i suoi fini, che distrugge tutto ciò che ha attorno fino al punto di crollare non avendo più niente su cui appoggiarsi.

Se guardassimo invece al mondo naturale, ci accorgeremmo di quanto più funzionale sia la sua struttura: in natura nulla nasce o si distrugge, ma semplicemente tutto si trasforma. 

Dal frutto caduto si sviluppa il seme di un nuovo albero, e le stesse foglie di quest’albero saranno il nutrimento di qualche insetto in cerca di nuove energie.

Se l’uomo fosse in grado di articolare il suo schema allungando la linea retta dell’economia per farla roteare su se stessa e trasformarla in un cerchio, non ci sarebbero sprechi né risorse mal sfruttate.

 

L' economia Circolare

L’economia circolare si basa proprio su questo: la consapevolezza della provvisorietà dei beni che trasforma questa sua insufficienza in virtù sfruttando al massimo ogni sua qualità.

Questo tipo di economia sa donare ulteriore valore ai beni basandosi su prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali.
Allunga la vita delle risorse in commercio e riduce nettamente i rifiuti, che attualmente per l’unione europea ammontano a più di 2,5 miliardi di tonnellate all’anno.

Infine oltre ai benefici sull’ambiente, come la riduzione dell’emissione di gas serra, a riscontrare un guadagno sarebbero anche i cittadini stessi, grazie non solo al risparmio sui costi dei materiali, ma anche per l’aumento della competitività e l’incremento dell’occupazione – che si stima possa aumentare di circa 700.000 nuovi posti di lavoro in tutta l’UE entro il 2030.

Chiaramente apportare un cambiamento di questa portata significherebbe rivoluzionare completamente il sistema economico attualmente in uso, ma i benefici che ne deriverebbero sovrasterebbero di gran lunga gli sforzi compiuti per arrivare a tale obiettivo.
Stando quindi così i fatti, il problema sta proprio nell’impegno per modificare lo stato attuale delle cose ma, proprio come in natura, se ognuno di noi iniziasse con delle piccole azioni quotidiane il cambiamento sarebbe così graduale da quasi evolversi da solo.

Alcune realtà hanno iniziato

Sarà un processo lungo, ma ci sono già molte realtà che hanno iniziato a mettere in pratica questo modello: la stessa Unione Europea in data 11 febbraio 2021 ha approvato un nuovo Piano d’Azione dell’Economia Circolare, documento che sostiene il nuovo modello economico definendolo “la strada che l’UE e le sue imprese devono seguire per restare innovative e competitive sul mercato globale, riducendo nel contempo la loro impronta ambientale”.

Già molte realtà hanno iniziato ad impegnarsi in questo senso, tra cui Barilla, Lavazza, Ferrero e Ikea. 

E tu cosa stai facendo a riguardo? 

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